[Aldnoah.Zero] let me fly to distant lands

Titolo: let me fly to distant lands
Fandom: Aldnoah.Zero
Personaggi: Kaizuka Inaho/Slaine Troyard
Rating: SAFE
Prompt: Skyline Pigeon – Elton John [COW-T 10 – week 7, m2]
Wordcount: 532
Avvertimenti: Post-canon, Introspettivo
Riassunto: Inaho vorrebbe lasciare Slaine realmente libero.

Turn me loose from your hands
Let me fly to distant lands
Over green fields, trees and mountains
Flowers and forest fountains
Home along the lanes of the skyway

Quando Inaho ha preso Slaine sulla spiaggia e gli ha messo le manette ai polsi, lui non era più di un’anima in frantumi. Era un gabbiano a cui avevano tarpato le ali, impedendogli di volare. E Inaho stesso è stato artefice della sua caduta. Ha fatto ciò che riteneva giusto in quel momento, ciò che avrebbe garantito la sicurezza delle persone a lui care e la fine della guerra.

Ma col tempo, Inaho ha capito che quel puzzle che Slaine rappresentava era molto più complesso di quello che sembrava in apparenza. C’erano cicatrici che tagliavano profonde la carne. C’erano altre ferite invisibili a occhio nudo ma che dolevano fresche tanto quelle sulla pelle. La sua prigionia è iniziata per Inaho come un semplice lavoro, uno come un altro, per poi trasformarsi in curiosità e genuino interesse nei suoi confronti.

Durante quel periodo Inaho ha imparato a conoscere un pezzo dopo l’altro, sebbene con estrema fatica, perché lui rimaneva pur sempre il suo carceriere e la persona che lo ha sconfitto in battaglia. Guadagnarsi la fiducia di Slaine non è stato facile.

Ma quando alla fine l’ha ottenuta, quando ha capito, Inaho si è reso anche conto di tutti i loro sbagli. E di quanto in fin dei conti sia stata ingiusta la sua condanna. Perché per quanto non metta in dubbio che Slaine abbia davvero commesso crimini di guerra e debba pagare, non ne è mai stato il vero mandante. Era più un giovane ragazzo che si è trovato in balia degli eventi, e ha deciso sol dopo di cavalcarne l’onda catastrofica. Farlo apparire come l’unico responsabile gli ha sempre fatto storcere il naso un pelo di troppo.

E ora, che hanno ottenuto il trasferimento, Inaho si chiede ancora una volta se non sia ingiusto per Slaine essere confinato su quest’isola, sebbene lontano da occhi indiscreti che possano diffondere la notizia che lui in realtà è ancora vivo. È una libertà a metà anche questa, più un assaggio che una reale porzione. Si chiede se non stia sbagliando un’altra volta.

Vorrebbe dargli la possibilità di essere davvero libero. Di volare con le sue ali tornate forti ed esplorare, un posto dopo l’altro, luoghi che non ha mai visto, terre che non sapeva nemmeno esistessero. Raggiungere prati verdi sconfinati e poi le più alte montagne, facendo dell’azzurro del cielo la sua casa. Lui ha scontato la sua pena, ha pagato per le sue colpe. È tempo che gli sia data la possibilità di godersi la vita come merita.

Slaine continua a ripetergli, sottovoce all’orecchio la sera, che quest’isola è molto più di quanto avrebbe potuto mai desiderare. Che il destino alla fine è stato magnanimo e più che generoso con lui, nonostante quello che ha fatto. Ma a Inaho non sembra altro che un’ennesima gabbia, solo più grande e all’apparenza più bella. E come potrebbe pensare diversamente? Lui, che la vastità del mondo l’ha vista?

Vorrebbe poterla mostrare anche a Slaine. Vorrebbe che fosse lui stesso, con le sue ali, a scoprire l’immensità della Terra. Ma per ora, può solo limitarsi a questo. E sperare che un giorno potrà, con le sue mani, dare lo slancio a Slaine per spiccare davvero il volo.

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