[Banana Fish] what we are made of // green

Titolo: what we are made of // green
Fandom: Banana Fish
Personaggi: Ash Lynx
Rating: SAFE
Prompt: verde [COW-T 9 – week 7, m6]
Wordcount: 762
Avvertimenti: Introspettivo

Nella memoria di Ash, il verde cammina lungo la corta strada della sua infanzia. Ricorda ancora la prima volta – quella di cui almeno ha coscienza – in cui è riuscito a guardarsi da solo allo specchio, i piedini paffuti puntati sullo sgabello e le mani sul bordo del lavello per reggersi e non far sì che non cadesse giù. Aveva visto un batuffolo di capelli biondi, e più di ogni altra cosa avevano rubato la sua attenzione due occhi di un verde brillante che si specchiavano nella superficie trasparente su cui batteva il sole filtrato dalla finestra. E ne era rimasto estasiato, perché era come se i suoi occhi stessero luccicando. Proprio come se avesse dei poteri magici. Chissà perché quel semplice riflesso gli aveva fatto una tale impressione.

Per questo, quando era piccolo, gli piacevano tanto i suoi occhi. Griff diceva anche che erano come due pietre preziose e Ash sorrideva così tanto senza capire davvero cosa intendesse – ma se erano preziose significava che erano speciali, e questo gli bastava. Suo padre invece gli ripeteva spesso che erano gli stessi occhi di sua madre, nonché il motivo per cui portava Jade come secondo nome. Quelle iridi verdi erano quindi l’unica cosa che lo legava a quella donna che lo aveva messo al mondo e che lui non aveva mai conosciuto. Questo le rendeva ancora più speciali per lui.

Verdi erano anche gli sconfinati prati di Cape Cod. Mossi dal vento che soffiava perenne, Ash ci correva fino a perdere tutto il fiato che aveva in corpo. Adorava rotolarsi nell’erba soprattutto appena dopo la pioggia, quando i fili erano umidi e freddi e tutto odorava di fresco. Sotto la folta chioma verde dell’albero che era cresciuto vicino alla sua finestra, aveva schiacciato i migliori pisolini della sua vita, con la brezza gentile dell’estate a fargli le carezze sul viso.

Amava quel colore che circondava la loro casa, e amava che ne avesse un po’ anche lui. Che sua madre gliene avesse fatto dono con tanto amore.

Fino a quando i suoi occhi color dello smeraldo non sono diventati la causa dei suoi problemi. E il verde ha imboccato la tortuosa strada dell’età adulta che Ash ha iniziato a percorrere prima del suo tempo.

Il modo in cui finiva per attirare i clienti del club dove lo avevano trascinato a “lavorare”, dei vecchi grassi e disgustosi che sbavavano per il suo corpicino magro e le iridi peculiari che non potevano che risplendere in quel buco dell’inferno tinto di nero e abbracciato dal vuoto di sguardi tetri.

Quel verde è diventato negli anni la sua più grande arma, ciò che rende persino oggi il suo viso ancora più etereo. Ciò che ha donano quel qualcosa in più alla sua bellezza già disarmante.

Quel verde è stato la firma stessa per la sua condanna.

Sono stati i suoi occhi ad attrarre quelli di Papa Dino. Famelico più di chiunque altro uomo in quel posto, al suo sguardo nulla che potesse avere valore sfuggiva. E Ash non poteva di certo passare inosservato. Lo aveva portato via dal club e reso un caro giocattolo personale, di proprietà solo e soltanto sua. Quando, spostati i capelli biondi dietro l’orecchio, gli ha messo al lobo per la prima volta un orecchino di autentica giada, Ash avrebbe voluto fargliela ingoiare. Ma non era grande a sufficienza perché l’omo soffocasse.

Così il verde dei suoi occhi non era più quello di uno smeraldo come aveva creduto, ma piuttosto quello di una giada – ed è a quel punto che ha iniziato a odiare anche il suo stesso nome. Aveva capito alla fine cosa intendeva Griff quando diceva che erano come due gemme preziose, ma per lui non erano più così speciali già da tempo. Ora non gli sembrava più un bel super potere.

Il verde ormai lo odia con tutto se stesso. Ogni volta che Dino lo complimenta per il suo sguardo tagliente o quando continua a regalargli gioielli di quello stesso colore, gli salgono i conati di vomito. Ma deve ingoiare la pillola e fare buon viso a cattivo gioco. Perché ancora non è libero di andarsene via da quella maledetta villa. Non può tagliare ogni ponte che lo tiene saldamente legato all’uomo e volare via dalla sua gabbia asfissiante. Non ne ha i mezzi, né il potere. Quando finalmente avrà ottenuto la sua tanto agognata libertà, solo allora potrà fare ciò che vuole.

Fino a quel momento, dovrà sorridere a Papa Dino e fingere che il verde sia ancora quel colore che tanto amava quando era piccolo.

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